Trieste è capoluogo di provincia del Friuli Venezia Giulia, città più popolata dell'intera zona veneta e vero e proprio confine con i paesi dell'est, a partire dalla confinante Slovenia; ricca di storia e di fascino, grazie alla sua posizione strategica ha assorbito e integrato stili e culture. Questa città offre davvero molto e, se non si dispone di tempo sufficiente, diventa difficile selezionare i luoghi di interesse; imperdibile è però Piazza Unità d'Italia che si affaccia direttamente sul mare, la più grande piazza d'Europa con questa caratteristica. E' una piazza a pianta rettangolare posta ai piedi del Colle San Giusto, circondata su tre lati da palazzi e affacciata sul golfo di Trieste con il quarto lato; qui si trovano palazzi importanti come il Palazzo del Governo, sormontato dalla Torre Municipale con il suo orologio, e “Mikeze” e “Jakeze”, le due statue che battono le ore. Stupendi sono anche Palazzo del Lloyd Triestino, con le sue fontane laterali, Palazzo Pitteri, Palazzo Stratti, dove sorge uno degli storici caffè della città: Caffè degli Specchi. Trieste è famosa per i suoi caffè (Caffè Urbanis, Caffè San Marco, Caffè Stella Polare...), vere e proprie mete turistiche, non solo perché tenute in vita da veri artisti nella torrefazione, ma anche perché, da sempre, letterati storici del calibro di Svevo, Joyce e Saba erano soliti frequentarli e qui soffermarsi a scrivere. Proprio James Joyce visse per oltre vent'anni a Trieste, dove scrisse due delle sue opere più significative, l'”Ulisse” e “Gente di Dublino”. Prima di Spostarci verso il mare, vale la pena ricordare che la piazza e i suoi palazzi sono uno spettacolo unico non solo di giorno, ma anche e soprattutto al calar del buio, quando, illuminandosi, lasciano a bocca aperta.
mercoledì 3 agosto 2022
sabato 30 luglio 2022
Scegliere una macchina fotografica digitale può non essere semplice, i fattori da tenere in considerazione sono molteplici e, spesso, creano confusione in chi non si possa definire un esperto; è naturale che la scelta debba essere fatta ponderando le proprie necessità, le aspettative e il fattore economico, che può influire in maniera consistente.
In primis è necessario valutare l’uso che si intende fare della macchina digitale, per un uso professionale e per un uso “casalingo” non sono utili lo stesso tipo di macchina; se si coltiva l’hobby della fotografia, anche per un uso saltuario e familiare, è possibile fissare però la propria attenzione su macchine più complesse.
Le reflex possono essere adatte sia a chi non sia un fotografo provetto sia a chi invece faccia della fotografia una passione o uno strumento di lavoro; è probabile che nel primo caso si arrivi a non sfruttarne tutte le potenzialità e farne perciò un utilizzo molto limitato.
Il funzionamento in automatico è ottimo ma la regolazione manuale permette una “personalizzazione” e offre la possibilità di ottenere risultati strabilianti; sono naturalmente più costose, soprattutto se poi si decide di acquistare obiettivi intercambiabili, filtri, flash (o altri accessori) e non possono certamente essere agganciate alla cintura tramite una semplice custodia, o essere riposte in una borsetta. Di solito vengono trasportate in custodie apposite, multitasche e, in molti casi, nella custodia stessa devono essere riposte smontate.Le compatte sono l’ideale se non si pretende molto ma si vogliono comunque ottenere buone immagini; sono macchine piccole, si possono portare ovunque senza che ingombrino o diano fastidio, e possono essere utilizzate con facilità. Solitamente richiedono l’impostazione del tipo di immagine che si desidera catturare (panorama, ritratto, sport...) e non offrono molte possibilità di “personalizzazione”, se non l’attivazione o disattivazione forzata del flash, l’autoscatto e la possibilità di aumentare o ridurre lo zoom.
Le più complesse offrono qualche possibilità in più per ottenere foto di qualità superiore, nonostante il mezzo non proprio di fascia professionale. Esistono poi modelli intermedi per chi sia alla ricerca di macchine non professionali ma neppure del tutto amatoriali, ottime per chi ha nozioni di base e voglia sperimentare ma senza spendere cifre simili a quelle che richiederebbe l’acquisto di una reflex.Da tenere in considerazione ci sono poi: l’uso che si farà della fotocamera, il prezzo, che utilizzo si farà in seguito delle fotografie (verranno tenute su un pc, utilizzate per il web, o stampate, magari anche in grandi formati?). Se si fotografano spesso bambini, animali, eventi sportivi e soggetti in movimento, è necessario, per fare un esempio, pensare a macchine fotografiche che siano in grado di effettuare molti scatti al secondo, con sensori ad alta risoluzione.
Al giorno d’oggi, anche per chi sia alle prime armi, sono in vendita macchine pensate appositamente per questo utilizzo anche se, i costi, non sono sempre allo stesso livello delle macchine più semplici. Se invece si desidera scattare immagini molto ravvicinate, che riescano a cogliere i particolari, una semplice compatta non è adatta perché i risultati sarebbero, il più delle volte, poco soddisfacenti; meglio prevedere l’acquisto di una reflex e un obiettivo macro per immagini nitide e pulite.
Parliamo di megapixel, a seconda dell’uso che si vuol fare delle immagini è bene tenerne conto, per evitare di trovarsi con immagini orrende se stampate, per esempio, su un poster; pochi megapixel, 4 o 6, per esempio, vanno bene per stampe casalinghe e per il web (in questo caso anche meno, salvo che non si cerchi l’assoluta perfezione o si pubblichino i propri lavori a scopo professionale) tuttavia, nel caso in cui si desideri realizzare stampe professionali o in grandi formati, si dovrà ragionare sui 10/11 megapixel.
Naturalmente, immagini grandi sono pesanti e richiedono grandi spazi di archiviazione perciò, si dovranno anche prevedere schede di memoria capienti. Potreste voler disporre di una macchina che produce anche filmati, in HD oppure no; anche in questo caso, non tutte le macchine sono adeguate. Se l’idea di girare dei filmati vi entusiasma ma le fotografie sono la priorità, allora fate prevalere la qualità della macchina fotografica; ritrovarsi con fotografie buone e filmati “interessanti” quando si vorrebbero foto eccellenti, non è un buon compromesso.Parliamo poi di batterie e velocità; la possibilità di poter utilizzare batterie ricaricabili è fondamentale, in caso contrario risichereste di doverle cambiare in continuazione, addirittura più volte nel corso della giornata se utilizzate molto la macchina. Un vero spreco, in termini di denaro e inquinamento.
venerdì 29 luglio 2022
Macchia di vino |
- Sale per smacchiare. Sulla tavola imbandita non manca e per questo è il primo da utilizzare per far scomparire la macchia; senza strofinare basterà porre una quantità discreta di sale fino sul vino avendo cura di coprire per bene (in modo che lo assorba). Dopo 20-30 minuti, tamponare con una tovagliolo o della carta assorbente poi sciacquare con acqua calda. In alternativa si potrà coprire con sale fino quindi, lavare con sapone e succo di limone concentrato.
- Il secondo metodo, per quanto paradossale, è uno dei più conosciuti e si avvale del vino bianco; su tessuti delicati, tovaglie (anche di lino) e moquette, basta versare un po’ di vino bianco e tamponare procedendo dall’esterno della macchia verso l’esterno, per evitare che, al contrario, si espanda ancor di più. Se la macchia dovesse resistere si potrà aggiungere un po’ di bicarbonato e continuare a tamponare.
lunedì 27 giugno 2022
E’ costituito da 2500 locali in cui sono raccolti oltre due milioni di oggetti d’arte, fra cui 14.000 dipinti. A volerne attraversare tutte le sontuose sale, si percorrerebbero circa 24 Km e se si dedicasse un solo minuto ad ogni sala, durante sei ore al giorno, per visitarle tutte occorrerebbe almeno una settimana.
- il Palazzo d'Inverno (1754-1762), progettato da Bartolomeo Rastrelli
- il Piccolo Ermitage (1764-1775), opera di Jean-Baptiste Vallin de la Mothe e di Jurij Velten
- il Grande Ermitage, detto anche Vecchio Ermitage (1771-1787), progettato da Jurij Velten
- il Nuovo Ermitage (1839-1851) realizzato da Leo von Klenze
- il Teatro dell'Ermitage (1783-1789), progettato da Giacomo Quarenghi.
venerdì 4 febbraio 2022
Chiesa e Portico - TRESIGALLO Foto: Stefano Meneghini |
Ex - Spogliatoi e Bagni Foto: Stefano Meneghini |
Scuole elementari Foto: Stefano Meneghini |
Asilo per l'infanzia Foto: Stefano Meneghini |
Domus Tua (ex sala da ballo) - Foto: Stefano Meneghini |
Campo Sportivo Foto: Stefano Meneghini |
mercoledì 24 novembre 2021
- Urania n° 11 - CRISTALLI SOGNANTI (10/03/1953) di THEODORE STURGEON - Copertina di c. Caesar - |
venerdì 2 luglio 2021
lunedì 26 aprile 2021
Se fossimo abituati a vedere "strani pesci" o "pesci mostruosi" più frequentemente li consideremmo un po' meno mostruosi, oppure no ?
PESCE TIGRE (TIGERFISH)
Pesce Tigre |
SQUALO FRILLED (Shark Frilled)
Squalo Frilled |
PESCE BLOB
Pesce Blob |
PESCE LUPO
Pesce Lupo |
Pesce lupo dalle dimesioni eccezionali |
giovedì 19 novembre 2020
Crateri formati dall' impatto di meteoriti ed altri oggetti |
mercoledì 14 ottobre 2020
Per quanto possa sembrare strano agli occhi di un occidentale, ancora una parte dell'umanità non indossa abitualmente le scarpe. In regioni della terra quali Asia, Africa e Sud America, benché il suolo sia abbastanza inospitale la scarpa è ancora quasi sconosciuta.
Eppure calzare scarpe è sintomo di civiltà: portavano calzature, di vario tipo naturalmente, tutti i popoli che nell'antichità hanno superato la selezione dell'anonimato per finire nelle cronache della storia: Greci, Egiziani, Romani e via dicendo.
In quelle epoche, però, la scarpa era un «accessorio» più che altro di utilità, veniva cioè usata specialmente in inverno e dagli eserciti che dovevano combattere con tutti i terreni.
Quasi sempre — dicono oggi i «podologhi», gli esperti dell'autonomia dei piedi e delle calzature più adatte a rivestirli — i calzari erano scarsamente funzionali. Piedi deformati erano insomma, all'ordine del giorno, basti pensare che ancora in epoca napoleonica, ai primi dell'800, non si faceva distinzione tra piede destro e sinistro. Ai soldatini della fanteria di Bonaparte erano dati nell'equipaggiamento due zoccoli di legno all'anno perfettamente eguali. Solo un pezzo di cuoio sopra consentiva di infilarli.
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