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mercoledì 29 febbraio 2012

Posted by Claudia on 00:13:00 in | 4 comments


Cinquecento giovani sulle tracce di Rama
distrutta da un'alluvione. 

È il 1974 ed è bello ripercorrere le atmosfere di quegli anni con i giovani esploratori del Gruppo 4 in Val di Susa, tra leggende e misteri

Antiche leggende e affascinanti ipotesi 

Dieci o quindicimila anni fa, in Val di Susa, c'era una città ciclopica che si estendeva da un capo all'altro della valle e che fu poi distrutta da una catastrofica alluvione: la mitica Rama, città sacra, abitata da genti di pelle scura forse provenienti dall'India (dove — casuale coincidenza? — si venera da millenni un uomo-dio dallo stesso nome Rama), che conoscevano i metalli ed erano molto progrediti nelle scienze. 

Molte leggende, ancora vive nella valle, sembrano testimoniare questi remoti avvenimenti. 

Dal momento che un geniale mercante, digiuno di archeologia, un secolo fa compì la più grande delle scoperte archeologiche quando, affidandosi alle « favole » di Omero, trovò i resti di Troia, non c'è ragione di escludere a priori l'affascinante ipotesi di Rama e di non tentare di trovarne qualche traccia. 

Come l'antica Delfo Un gruppo di giovani torinesi del club « Spazio 4 » ha fatto propria questa « ipotesi di ricerca ». 

Ogni domenica, divisi in pattuglie, perlustrano la valle, si arrampicano sui monti, s'inoltrano nelle caverne, interrogano i montanari e tornano alla base con rapporti sensazionali, seppur redatti nello stile sobrio delle comunicazioni scientifiche, che poi pubblicano sulla loro rivista « Laforghiana ». Rovine di Rama, finora, non ne sono riapparse (operiamo senza mezzi, non possiamo fare scavi»). 

Però hanno scoperto tante cose strane da far supporre che questa valle sia stata, e forse un po' lo sia ancora, un centro di culti iniziatici, una « Delfo druidica » dove l'intervento di extraterrestri fin dai più lontani tempi potrebbe avere avuto la sua parte: « La Val di Susa è una miniera di misteri», dicono gli esploratori di « Spazio 4 ». Prima di giudicare fantascientifiche queste tesi, ascoltiamo i protagonisti delle appassionanti avventure. Innanzitutto, chi sono.

Quattrocentottanta iscritti: ragazzi e ragazze tra i quindici e i trent'anni (studenti, operai, impiegati, giovani professionisti, insegnanti) divisi in gruppi che si dedicano alla ricerca nelle scienze emarginate dagli studiosi patentati come l'ufologia, la parapsicologia, l'esoterismo, l'archeologia di civiltà leggendarie: « Vogliamo abbattere i muri in cui la scienza ufficiale ha imprigionato la nostra sete di sapere. Lo facciamo con serietà, mente aperta e senza pregiudizi ». Aborrono tra loro le gerarchie, schivano la facile notorietà perché temono di essere fraintesi: e si sono dati per simbolo il poeta Laforgue che, nell'Ottocento, sognava « umanità sorelle nello spazio ». Loro, sognano un nuovo umanesimo planetario, un'era meravigliosa in cui tutti i popoli della Terra, e oltre, saranno affratellati nell'unica avventura degna di esseri intelligenti: l'esplorazione dell'ignoto. Ma è ora di chiedergli: Che cosa avete trovato in Val di Susa? Sono in tanti, nel piccolo alloggio di via Avigliana che è la loro base, ma delegano a rispondere Giancarlo Barbadoro, impiegato progettista alla Fiat, che di « Spazio 4 », insieme alla moglie Daniela (pure impiegata alla Fiat) è il centro propulsore: «Abbiamo trovato coppelle levigate con misteriosi graffiti e incisioni un po' dappertutto, specialmente nei luoghi dove si racconta che le masche, cioè le streghe, accendono i loro fuochi e fanno le loro danze: come ad An Beglian nel comune di Villar Focchiardo, che viene indicato come il centro di questi riti; o come al "Truc dei ciò", sopra il comune di Borgone, dove il monte presenta un'area spoglia di terra, con una piattaforma che la voce popolare chiama "Pera dei fò" dove altre masche rispondono con i loro fuochi al fuoco di An Beglian. Qui c'è anche un dolmen. Un altro dolmen, cinque menhir e diverse incisioni di figure umane abbiamo trovato alla cava Mountarchet, vicino a recinti di massi rizzati e allineati come quelli che i celti denominarono cromlech. Ma la scoperta più interessante l'abbiamo fatta sempre nella zona di Villar Focchiardo: una grande scultura che abbiamo battezzato "Masso mascherone", vicino ad altre due piccole, molto simili a quelle messicane di cultura olmeca-tolteca che raffigurano uomini dai tratti felini, cioè i famosissimi uomini-gatto di cui parla Kolosimo in "Astronavi della preistoria". E qui, forse, bisognerebbe aprire un altro discorso sulle ricerche compiute dal nostro gruppo ufologico nella valle ». Purtroppo il gruppo ufologico, di cui sono presenti accanto a Barbadoro alcuni dei soci più attivi, è molto abbottonato: « C'è una congiura del silenzio su queste cose », ci dice Roberto Tosi (impiegato alle Ferrovie). « Noi facciamo accurate indagini ovunque in Piemonte venga segnalato un importante avvistamento e sappiamo che i palloni sonda sono quasi sempre un alibi per mettere tutto a tacere. In queste condizioni, se uno di noi avesse per ipotesi incontrato un extraterrestre, non lo direbbe mai ai giornali. C'è il rischio di passare per matto». Base di dischi volanti Dobbiamo accontentarci di notizie sulle voci che corrono nella valle. E' noto nel mondo dell'ufologia che sulla Val di Susa passa una delle principali traiettorie ortoteniche dei « dischi volanti »: e non si esclude che ciò accada da secoli e forse da millenni, dal momento che già Anassagora e poi Tito Livio, Seneca, Benvenuto Cellini hanno testimoniato di oggetti misteriosi nel cielo. Nella valle, oltre che dei frequenti passaggi, si parla anche di incontri con gli extraterrestri, specialmente intorno al Musine che con le sue numerose caverne potrebbe essere una base degli Ufo. E qui viene indicato un montanaro che inseguendo una pecora smarrita si è trovato sulla soglia di una caverna illuminata occupata da tre uomini in casco e tuta bianca spaziale: « E' un po' difficile che questa gente sia influenzata dalla letteratura fantascientifica», commentano i ragazzi di « Spazio 4 ». Ma aggiungono: « Purtroppo i protagonisti di queste avventure, anche quando riusciamo a rintracciarli, negano sempre tutto. Il silenzio, in questa valle di misteri, è una legge molto rispettata. Comunque, il nesso tra gli extraterrestri e questi misteri, che pur ha un credibile fondamento in altri luoghi del mondo, qui è ancora da dimostrare ». Lasciamo dunque i dischi volanti e torniamo a Rama. Che cosa provano, rispetto all'esistenza preistorica di Rama, i vostri ritrovamenti archeologici?, chiediamo a Barbadoro. « Vicino a Villar Focchiardo abbiamo scoperto un graffite che rappresenta un uomo e un sole: un contadino del luogo provvede a mantenere pulito e a ripassarne il disegno. Da questa osservazione ci è venuta l'idea di fare ricerche sui culti ancora praticati nella valle. Ebbene, oggi possiamo affermare che la gente della Valle di Susa (e probabilmente anche di valli vicine, come quella di Lan zo) pratica ancora riti druidici in segreto. Mi riferisco a interi paesi, non a pratiche sporadiche individuali: paesi il cui parroco è convinto di avere parrocchiani di sicura e praticata fede cristiana. In una di queste parrocchie alle falde del Musine, lo stregone druidico è proprio il sacrestano. "Ci siamo fatti cristiani per paura", spiegano i valligiani, tra i quali il ricordo delle persecuzioni contro i catari e contro i valdesi è ancora vivo ». « E dunque — proseguono quelli di "Spazio 4" — l'accertata sopravvivenza di culti antichissimi in Val di Susa non potrebbe testimoniare dell'esistenza nel passato di una cultura religiosa e iniziatica molto importante? E non sarà quelle stessa di cui le leggende s'j. Ruma conservano il ricordo? Noi speriamo di riuscire un giorno a provarlo perché siamo convinti che le favole popolari sono molto meno... fiabesche di quanto si crede». Avete assistito a questi riti? I ragazzi di « Spazio 4 » si consultano perplessi. Poi Barbadoro deciso risponde: «Sì».









4 commenti:

  1. Mi farebbe piacere sapere dove si trovano i muri ciclopici, le cui fotografie sono state rese note da Barbadoro. Grazie.

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  2. Buongiorno Dario, ho aggiornato i riferimenti dell'articolo rimandando direttamente ai sito ECOSPIRITUALITY FOUNDATION, un'iniziativa di Giancarlo Barbadoro e Rosalba Nattero dove potrà chiedere maggiori informazioni sul sito.

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  3. L'articolo che riportate qui sopra è anche questo tratto da scritti di Giancarlo Barbadoro fondatore del gruppo Spazio 4 di Torino.

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  4. Probabilmente sì. Mi pare, ma non vorrei sbagliarmi, che si trattasse di un articolo degli anni '70 riportato su un vecchio quotidiano di tiratura nazionale che mi era capitato tra le mani casualmente; l'ho riportato qui nel 2012 ed ora non trovo più la fonte originale..

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